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Spari a Napoli con tre feriti, era un regolamento di conti di una “banda del buco”: un arresto

Ricostruita la sparatoria con tre feriti di maggio scorso nel centro di Napoli; un quarto obiettivo si era salvato perché l’arma si era inceppata.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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La sparatoria avvenuta a maggio sul corso Amedeo di Savoia, quando rimasero ferite tre persone, era un regolamento di conti interno ad una "banda del buco", criminali specializzati in furti e rapine passando dal sottosuolo: lo hanno ricostruito gli investigatori della Squadra Mobile di Napoli, che oggi, 14 settembre, hanno arrestato il presunto responsabile dei ferimenti, del quale non sono state diffuse le generalità.

I fatti risalgono al pomeriggio del 9 maggio; in ospedale erano finiti Gennaro Esposito, 61 anni, Vincenzo Grandelli, 57 anni, E Antonio Russo, 56 anni. Avevano ferite a glutei e gambe, al "Pellegrini" erano arrivati con mezzi propri. Gli investigatori della Mobile hanno incontrato il primo ostacolo nella reticenza delle vittime: nessuna di loro ha voluto fornire indicazioni su chi avesse sparato e perché.

I primi elementi sono arrivati esaminando il loro passato: hanno tutti precedenti per reati contro il patrimonio ed in passato erano stati inquadrati nelle "batterie" delle bande del buco; in particolare, Grandelli ed Esposito erano stati arrestati per una rapina commessa proprio con la particolare tecnica e il secondo era tra i destinatari di una ordinanza eseguita nell'ottobre 2018 per una vicenda analoga.

È emerso che non erano soltanto loro gli obiettivi degli spari: c'era anche un quarto uomo, rimasto illeso perché l'arma di era inceppata. Le indagini, svolte col coordinamento della Procura di Napoli, hanno portato all'indagato, che questa mattina è stato trasferito in carcere, destinatario di una ordinanza di custodia cautelare per tentato triplice omicidio e porto e detenzione di arma da sparo in luogo pubblico.

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